E’ così… e speriamo rimanga così. Breve riflessione di una “arciera”… Alzarsi la mattina presto, quando l’aria è frizzante. Vestirsi nel silenzio della domenica mattina. Caricare la macchina con archi, frecce, zainetto, scarponi. Partire verso il ritrovo con gli amici ancora insonnoliti, per il caffè e la brioche, salutandoci con calore, come se non ci vedessimo da anni. Salire in macchina e parlare di archi, frecce, gare. Scherzare come ragazzini che vanno in gita. Arrivare al campo di gara e trovare amici di altre compagnie, con i saluti che rimbalzano di gruppo in gruppo, di compagnia in compagnia. Scoprire che tizio o caio sono in piazzola con te. Attendere con impazienza il grido “Piazzoleeeeee”. Incamminarsi nel bosco, nel silenzio rotto dai passi e dalle voci degli arcieri. Arrivare alla piazzola e compilare gli scores. Come al solito, scoprire che sono la prima a tirare! Cominciare la gara, aspettando il rumore dell’impatto della freccia. Gioire per un buon rumore. Incrociare altre piazzole e scambiarsi impressioni sulla gara. Udire nel bosco i rumori delle frecce che colpiscono i bersagli e i boati degli arcieri per un tiro meraviglioso. Finita la gara, ritrovarsi per il pranzo chiedendosi l’un l’altro “Quanti punti hai fatto?”. Aspettare le premiazioni per acclamare i vincitori. Tornare verso casa stanchi, ma felici di aver trascorso una bella giornata tra i boschi. Consultare il calendario per scoprire quale sarà la prossima gara…
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